Cittadinanza per residenza: iter e tempistiche

Dopo un periodo di effettiva residenza nel territorio italiano, i cittadini stranieri hanno la possibilità di richiedere la cittadinanza italiana per residenza, come previsto dall’articolo 9 della legge numero 91 del 5 febbraio 1992 sulla cittadinanza. 

Nello specifico, per i cittadini comunitari il periodo di residenza deve essere di almeno 4 anni, 5 anni per gli apolidi e 10 anni per i cittadini extracomunitari. Ma, a differenza dell’acquisizione della cittadinanza per matrimonio con un cittadino italiano, la cittadinanza per residenza è soggetta a discrezionalità e può essere pertanto concessa o respinta.

L’iter prevede che la domanda vada presentata alla prefettura di residenza, unitamente al modulo B, con in allegato la seguente documentazione in originale e fotocopia:

  • modulo di domanda accuratamente compilato e firmato, con marca da bollo da 16 euro;
  • estratto dell’atto di nascita completo di tutte le generalità, con traduzione legalizzata;
  • certificato penale del paese di origine e degli eventuali Paesi terzi di residenza debitamente legalizzato e tradotto;
  • fotocopia di un documento di riconoscimento in corso di validità;
  • fotocopia del permesso di soggiorno o attestazione di soggiorno per cittadini europei;
  • estratto Retributivo INPS per i collaboratori domestici;
  • fotocopia del certificato di riconoscimento dello status di rifugiato o apolide e originale da portare in visione;
  • ricevuta del versamento del contributo di 200 euro.

Dal momento in cui la domanda viene inoltrata alle autorità, la tempistica per l’elaborazione della stessa è di 730 giorni. Se la richiesta di cittadinanza viene accolta, la prefettura invia una notifica all’interessato entro un periodo di 90 giorni dopo aver ricevuto il decreto di cittadinanza dall’Autorità. Una volta ricevuto il decreto, occorre rivolgersi al comune di residenza per prestare il giuramento di fedeltà alla Repubblica, entro un periodo di 6 mesi dalla notifica. Se i 2 anni sono decorsi senza una risposta, è necessario inviare una lettera di diffida alla pubblica amministrazione per sollecitare un riscontro, entro un anno da quando sono trascorsi i 730 giorni per la trattazione dell’istanza.

Respinta istanza di naturalizzazione di un’infermiera straniera 

Una volonterosa infermiera straniera si è recentemente vista negare dalla prefettura di Créteil, a sud-est di Parigi, la richiesta di cittadinanza poiché svolge attività lavorativa per più ore di quanto consentito dalla normativa vigente. La vicenda è stata resa nota da 20 minutes, quotidiano di informazione generale francese. Sul portale NetBet.it trovi giochi ambientati specificamente in Francia, come per esempio Musketeer Megaways, così come in Irlanda, come Leprechaun Song, Charms and Clovers e Gold Party, e in Grecia, come Greek Legends, Lord of the Ocean e Amazing Link Apollo, per citarne alcuni.

La donna, la cui nazionalità non è stata resa pubblica, si destreggia tra tre lavori e presta servizio per un totale di 59 ore a settimana, superando, di fatto, il limite di 35 ore di lavoro settimanali posto dalla normativa vigente in Francia. Tale condotta dell’infermiera straniera rappresenta, secondo i funzionari governativi, una violazione della legge ed una forma di concorrenza sleale nei confronti dei lavoratori francesi più onesti. 

La prefettura di Créteil, nella Val-de-Marne nella regione dell’Île-de-France, ha sentenziato che la condotta della donna penalizzi e, di fatto, sottragga opportunità di lavoro ai cittadini francesi che si impegnano a rispettare le disposizioni sulla massima quantità di ore di lavoro settimanali consentita dalla legge, introdotte nel 2000 da un governo socialista. Tale condotta ha compromesso irrimediabilmente l’iter per la naturalizzazione dell’immigrata, che dovrà, innanzitutto, riportare il proprio orario di lavoro entro i limiti previsti dalla legge, ed attendere almeno due anni prima di poter richiedere nuovamente la cittadinanza francese. Indignati per quanto accaduto, molti cittadini sottolineano che l’attaccamento al valore del lavoro rientri proprio tra i requisiti necessari per ricevere la cittadinanza francese.

Cittadinanza per residenza: iter e tempistiche

Dopo un periodo di effettiva residenza nel territorio italiano, i cittadini stranieri hanno la possibilità di richiedere la cittadinanza italiana per residenza, come previsto dall’articolo 9 della legge numero 91 del 5 febbraio 1992 sulla cittadinanza. 

Nello specifico, per i cittadini comunitari il periodo di residenza deve essere di almeno 4 anni, 5 anni per gli apolidi e 10 anni per i cittadini extracomunitari. Ma, a differenza dell’acquisizione della cittadinanza per matrimonio con un cittadino italiano, la cittadinanza per residenza è soggetta a discrezionalità e può essere pertanto concessa o respinta.

L’iter prevede che la domanda vada presentata alla prefettura di residenza, unitamente al modulo B, con in allegato la seguente documentazione in originale e fotocopia:

  • modulo di domanda accuratamente compilato e firmato, con marca da bollo da 16 euro;
  • estratto dell’atto di nascita completo di tutte le generalità, con traduzione legalizzata;
  • certificato penale del paese di origine e degli eventuali Paesi terzi di residenza debitamente legalizzato e tradotto;
  • fotocopia di un documento di riconoscimento in corso di validità;
  • fotocopia del permesso di soggiorno o attestazione di soggiorno per cittadini europei;
  • estratto Retributivo INPS per i collaboratori domestici;
  • fotocopia del certificato di riconoscimento dello status di rifugiato o apolide e originale da portare in visione;
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Dal momento in cui la domanda viene inoltrata alle autorità, la tempistica per l’elaborazione della stessa è di 730 giorni. Se la richiesta di cittadinanza viene accolta, la prefettura invia una notifica all’interessato entro un periodo di 90 giorni dopo aver ricevuto il decreto di cittadinanza dall’Autorità. Una volta ricevuto il decreto, occorre rivolgersi al comune di residenza per prestare il giuramento di fedeltà alla Repubblica, entro un periodo di 6 mesi dalla notifica. Se i 2 anni sono decorsi senza una risposta, è necessario inviare una lettera di diffida alla pubblica amministrazione per sollecitare un riscontro, entro un anno da quando sono trascorsi i 730 giorni per la trattazione dell’istanza.

Respinta istanza di naturalizzazione di un’infermiera straniera 

Una volonterosa infermiera straniera si è recentemente vista negare dalla prefettura di Créteil, a sud-est di Parigi, la richiesta di cittadinanza poiché svolge attività lavorativa per più ore di quanto consentito dalla normativa vigente. La vicenda è stata resa nota da 20 minutes, quotidiano di informazione generale francese. Sul portale NetBet.it trovi giochi ambientati specificamente in Francia, come per esempio Musketeer Megaways, così come in Irlanda, come Leprechaun Song, Charms and Clovers e Gold Party, e in Grecia, come Greek Legends, Lord of the Ocean e Amazing Link Apollo, per citarne alcuni.

La donna, la cui nazionalità non è stata resa pubblica, si destreggia tra tre lavori e presta servizio per un totale di 59 ore a settimana, superando, di fatto, il limite di 35 ore di lavoro settimanali posto dalla normativa vigente in Francia. Tale condotta dell’infermiera straniera rappresenta, secondo i funzionari governativi, una violazione della legge ed una forma di concorrenza sleale nei confronti dei lavoratori francesi più onesti. 

La prefettura di Créteil, nella Val-de-Marne nella regione dell’Île-de-France, ha sentenziato che la condotta della donna penalizzi e, di fatto, sottragga opportunità di lavoro ai cittadini francesi che si impegnano a rispettare le disposizioni sulla massima quantità di ore di lavoro settimanali consentita dalla legge, introdotte nel 2000 da un governo socialista. Tale condotta ha compromesso irrimediabilmente l’iter per la naturalizzazione dell’immigrata, che dovrà, innanzitutto, riportare il proprio orario di lavoro entro i limiti previsti dalla legge, ed attendere almeno due anni prima di poter richiedere nuovamente la cittadinanza francese. Indignati per quanto accaduto, molti cittadini sottolineano che l’attaccamento al valore del lavoro rientri proprio tra i requisiti necessari per ricevere la cittadinanza francese.

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